In collegamento dalla Bosnia Erzegovina, Anita, Daniele, Fatima e Irene! Siamo i nuovi volontari del servizio civile che passeranno un anno a Bihać, città nel nord-ovest del Paese, lavorando nel campo di transito per migranti di Lipa.
Il nostro anno di servizio civile è iniziato lo scorso luglio con una settimana di ritardo perché, poco dopo il nostro arrivo, metà del gruppo ha scoperto di avere il Covid; dopo sette lunghissimi giorni in cui abbiamo esaurito tutti i contenuti di Netflix, imparato canzoni in napoletano, spostato quintali di pellet in vista dell’inverno e ammirato tramonti dal balcone con vista fiume, abbiamo iniziato ad esplorare la città di Bihac e scoprirne la storia; e soprattutto, abbiamo finalmente conosciuto lo staff di IPSIA. Da quel momento in poi, siamo stati travolti da un vortice di persone, luoghi ed emozioni.
La casa IPSIA nei mesi estivi si è trasformata in un ostello, accogliendo oltre a noi quattro una dozzina di volontari da tutt’Italia. Stiamo parlando dei ragazzi del progetto di volontariato internazionale di IPSIA, Terre e Libertà, e i ragazzi dei Cantieri della Solidarietà di Caritas Ambrosiana, con cui abbiamo condiviso gite, cene, serate di chiacchiere e giochi da tavolo, momenti intensi al campo e di svago a Bihać.
Protagonista indiscussa di questi mesi è stata la Una, il bellissimo fiume che attraversa Bihać: le sue acque gelide ci hanno accolto tra tuffi, idromassaggi nelle cascate e angoli silenziosi immersi nel verde, diventando il luogo prediletto dove staccare dopo il lavoro. A tutto questo aggiungete gite per il cantone, cene al Jolly fatte di birra e ćevapi, rientri a casa sotto la pioggia inaspettata e visite di amici: ecco a voi la nostra estate bosniaca!
Parallelamente a tutte queste attività, abbiamo iniziato a lavorare nel campo per migranti in transito di Lipa. Sin dal primo momento in cui siamo entrati, ci siamo resi conto dell’assurdità di questo posto: un labirinto di strade asfaltate e container che sembra perennemente una fotografia in bianco e nero. Unica eccezione: il Social Café, il luogo dove IPSIA svolge le sue attività ricreative per gli ospiti del campo. Giorno dopo giorno abbiamo iniziato a conoscere i ragazzi, le loro storie e i loro trascorsi, le dinamiche che si manifestano nel campo. Con lunghe chiacchierate, di fronte a una scacchiera o una semplice tazza di tè caldo fumante ad alto contenuto glicemico, abbiamo ascoltato i loro racconti, sempre carichi di emozioni e sempre difficili poi da digerire.
In questi mesi abbiamo iniziato a conoscere meglio il contesto locale: abbiamo iniziato un corso di bosniaco e ormai conosciamo a memoria tutte le canzoni della ex Jugo. Recentemente, sono comparsi in tutti gli angoli della città cartelloni elettorali con i candidati per le prossime elezioni del 2 ottobre. Esponenti politici dei vari partiti si sfideranno per ottenere un seggio in Parlamento e occupare il palazzo della Presidenza di Sarajevo. Bihać non è rimasta estranea alla campagna elettorale e la città è stata visitata da tutti i principali esponenti dei partiti. L’ultimo fine settimana abbiamo avuto l’occasione di assistere al nostro primo comizio elettorale bosniaco e grazie al corso di bosniaco abbiamo capito ben tre parole, benvenuti, buonasera e grazie!