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Convivere con la fauna selvatica: dinamiche e sfide nel Kenya centrale
01
Dic
2025

Convivere con la fauna selvatica: dinamiche e sfide nel Kenya centrale

Nella regione di Laikipia, e in particolare nell’area di Laikipia Nord, dove si concentrano molte delle attività di IPSIA e vivono numerose comunità masai partner dell’organizzazione, il tema della convivenza tra esseri umani e fauna selvatica costituisce una sfida centrale ed estremamente complessa. Più che di semplice convivenza, spesso è necessario parlare di veri e propri conflitti, un fenomeno ampiamente diffuso nell’Africa orientale e in modo particolare in Kenya. L’equilibrio tra uomini e animali risulta infatti delicato, poiché entrambi competono per l’accesso a risorse essenziali che si fanno progressivamente più scarse.

Per comprendere meglio le dinamiche di questa convivenza, è utile delineare il contesto territoriale. Laikipia Nord è una sub-contea prevalentemente rurale situata nel Kenya centrale, e abitata da comunità pastorali masai. L’area rientra nelle regioni aride e semi-aride del paese ed è fortemente colpita dagli effetti del cambiamento climatico, che mette sotto pressione sia i mezzi di sostentamento delle comunità locali sia l’intero ecosistema, incidendo in modo significativo sulla disponibilità di acqua, di cibo e di terreni da pascolo.

Le forme più comuni di conflitto tra fauna selvatica e popolazione in Kenya comprendono la distruzione dei raccolti, gli attacchi al bestiame da parte di predatori come leoni, leopardi e iene, i danni alle proprietà (incluse recinzioni e serbatoi d’acqua) e i rischi per l’incolumità delle persone, specialmente durante gli spostamenti notturni o in prossimità di punti d’acqua condivisi. Tra il 2017 e il 2020, 388 cittadini keniani sono stati uccisi e quasi 2.100 feriti da animali selvatici, un dato che evidenzia la gravità e la frequenza del fenomeno. Proprio per questo il governo keniano ha introdotto un sistema di compensazioni per coloro che subiscono danni o perdite causate dalla fauna selvatica.

Numerosi racconti provenienti dalle comunità masai di Laikipia North testimoniano la complessità della situazione. In alcune circostanze, nonostante l’installazione di recinzioni molto alte, i leopardi riescono comunque a introdursi nelle proprietà e ad attaccare il bestiame durante la notte. Anche le iene rappresentano una minaccia ricorrente: pur essendo meno pericolose per le persone rispetto ad altri predatori, si avvicinano spesso ai villaggi in cerca di cibo e possono causare perdite significative attaccando vitelli o capre. In altri episodi, l’incontro con gli elefanti può rivelarsi fatale, soprattutto per le donne, alle quali secondo la cultura masai spetta il compito di percorrere lunghi tratti fino alla sorgente d’acqua più vicina.

Gli elefanti, spesso percepiti come animali docili, possono rivelarsi estremamente pericolosi e causare danni considerevoli. Sono in grado, ad esempio, di abbattere recinzioni e distruggere raccolti che garantiscono la sopravvivenza di intere famiglie, contribuendo così ad aggravare l’insicurezza alimentare. Per mitigare questo tipo di rischi, IPSIA in Kenya promuove la costruzione di recinzioni elettrificate e l’adozione di soluzioni innovative come le recinzioni basate su alveari. Infatti, gli elefanti temono le api, le cui punture risultano particolarmente dolorose in punti sensibili come la proboscide. Queste recinzioni sono formate da pali su cui sono fissati alveari collegati tra loro da fili: quando un elefante cerca di oltrepassarle, i fili si muovono, disturbano le api e le spingono a uscire dagli alveari, spaventando così l’animale. Tale soluzione, oltre a ridurre i rischi di incursione, favorisce l’impollinazione e contribuisce alla sicurezza alimentare ed economica della comunità attraverso la produzione di miele.

Le strategie per mitigare il conflitto tra esseri umani e fauna selvatica sono molteplici. Un intervento fondamentale riguarda il miglioramento dell’accesso all’acqua per le comunità e per il bestiame, ambito in cui opera anche IPSIA Kenya attraverso l’individuazione delle falde acquifere, il monitoraggio e la realizzazione di pozzi, nonché la costruzione di dighe di sabbia che permettono di trattenere l’acqua dei fiumi stagionali e di renderla disponibile durante tutto l’anno. La presenza di una fonte d’acqua più vicina e costante riduce la competizione tra uomini e animali per le stesse risorse e limita gli spostamenti verso punti d’acqua lontani. Questo contribuisce in modo significativo a diminuire l’incidenza degli incontri pericolosi. Altre iniziative includono la pianificazione dell’uso del territorio per separare le zone agricole, pastorali e di conservazione, creando corridoi di migrazione sicuri e liberi per la fauna selvatica.

L’esempio di Laikipia Nord evidenzia come la convivenza tra esseri umani e fauna selvatica comporti implicazioni profonde per la sicurezza, i mezzi di sostentamento e la stabilità delle comunità locali. Allo stesso tempo, evidenzia la necessità di un approccio basato sull’ascolto, sul rispetto reciproco e sull’adozione di soluzioni innovative per preservare un equilibrio tanto fragile quanto essenziale.

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