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Economia verde in Senegal, un nuovo modello per la sfida globale del clima
04
Dic
2022

Economia verde in Senegal, un nuovo modello per la sfida globale del clima

Parlare di cambiamento climatico significa anche - e soprattutto - parlare del modello economico che struttura le nostre società. Nel Nord così come nel Sud Globale, la crisi climatica, in concomitanza con le sfide energetiche, alimentari, economiche e finanziarie, impone un ripensamento dellattuale sistema economico verso alternative che possano conciliare la lotta alla povertà con la protezione dell’ambiente.

Già dalla conferenza di Rio sullo Sviluppo Sostenibile del 2012 l’economia verde è stata riconosciuta come uno strumento prezioso per far fronte a queste sfide. Negli anni, nuovi paradigmi dell’economia verde, quali l’economia circolare e la bioeconomia, sono divenuti parte integrante delle soluzioni proposte.

Ma cosa significa concretamente economia verde?

A livello operativo, l'economia verde è un’economia in cui il reddito e l'occupazione sono generati da investimenti che riducono le emissioni di CO2, di inquinamento e di rifiuti, migliorano l'utilizzo delle risorse e prevengono la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi.

Anche in Senegal, l’economia verde gioca un ruolo sempre maggiore per fronteggiare la forte vulnerabilità climatica.

A Dakar, così come sul resto della costa senegalese, l'erosione costiera continua a minacciare la vita delle popolazioni e i loro territori: ogni anno vengono persi circa 5m di costa. La recente esperienza del progetto Ecopas, a tutela delle aree forestali del litorale nord di Dakar, aveva mostrato in modo drammatico l’esito delle scelte di disboscamento e speculazione edilizia sull’avanzare del fronte marino.

All’interno del paese, il 34% delle terre coltivabili è soggetto a desertificazione, con impatti negativi sulle colture pluviali, come il miglio e le arachidi, che negli ultimi anni hanno subito perdite rispettivamente del 26.36% e del 21.56%.

Al cambiamento climatico si aggiunge la produzione massiva di rifiuti. Secondo un rapporto nazionale realizzato nel 2016 dall’Unità senegalese di coordinamento della gestione dei rifiuti solidi, la produzione media di rifiuti in Senegal è maggiore alle 2.000.000 tonnellate l’anno. 200.000 tonnellate di rifiuti plastici sono prodotte annualmente nel paese e solamente 9.000 vengono riprocessate. Il resto rimane per le strade, sulle spiagge e nell’oceano.

Di fronte a queste sfide, lo Stato senegalese si è impegnato in questo decennio a riorientare il suo sviluppo rispetto ai principi dell’economia verde.

In quest’ottica, la diffusione di una cultura di impresa che valorizzi la gestione dei rifiuti e le nuove tecnologie verdi rimane un elemento essenziale.  Per questo, Ipsia in Senegal si impegna da anni al fianco delle micro-imprese verdi locali.

Il progetto di cooperazione decentrata Dakar Rêve, tra la città di Milano e quella di Dakar, mira a contribuire allo sviluppo urbano sostenibile della municipalità di Dakar, una metropoli che deve affrontare le sfide della transizione climatica e della costante crescita demografica e urbana.

Un’importante area di intervento del progetto è proprio quella dell’accompagnamento delle imprese verdi che già operano nel territorio di Dakar. Ipsia e i partner di progetto – in particolare E4Impact Foundation – hanno già realizzato un primo ciclo di formazione e accompagnamento per 12 micro-imprese.

Dalla vendita di prodotti naturali e locali alla valorizzazione dei rifiuti urbani e la creazione di siti di recupero nei quartieri per lo sviluppo di un’economia circolare, i partecipanti del progetto Dakar Rêve mostrano come sia possibile creare nuovi modelli di impresa sociale, ispirati ai principi dell’economia verde.

Il primo ciclo di formazione e accompagnamento si è concluso a fine novembre con una Business Competition che ha visto protagoniste tutte le imprese partecipanti, con la premiazione dei progetti più innovativi e efficaci: in un paese che consuma in media 90.800 litri di olio all’anno, Recup'Oil recupera l'olio di cottura da ristoranti, catering e alberghi e lo trasforma in olio per la produzione di saponi e detergenti ecologici; PRODEM produce, invece, carbone ecologico tramite la valorizzazione dei residui alimentari di origine animale e vegetale.

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