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Il TRC di Lipa a un anno dalla nuova apertura
14
Dic
2022

Il TRC di Lipa a un anno dalla nuova apertura

Sono passati ormai più di cinque mesi da quando abbiamo iniziato il nostro servizio al Temporary Reception Center di Lipa1, un campo di container per single men situato in uno spiazzo isolato in mezzo alle colline, a più di 25km di distanza dalla città più vicina, Bihać, a circa 800 metri di altitudine. Per noi il campo di Lipa è stato, dall’inizio, un labirinto di container tutti uguali, un luogo triste e monotono con davvero poche opportunità per chi vi risiede.  Un luogo che, con l’arrivo dell’autunno e del grande freddo, sembra essere ancora più ostico per le Persone in Movimento. Ma, nonostante le nostre impressioni negative, il campo come lo vediamo oggi è in realtà una versione decisamente migliore del campo di tende precedeva quello attuale. Il 19 novembre si è infatti commemorato, a Lipa, il primo anniversario dell’apertura del nuovo campo, che è quello in cui, oggi, svolgiamo le nostre attività. A dicembre ricorre, però, un altro triste anniversario: il 23 dicembre 2020, il primo campo di Lipa, costituito da tende e con gravi carenze a livello di fornitura di acqua ed energia, prendeva fuoco, lasciando senza riparo oltre 1200 persone, che si sono riversate nelle vicinanze cercando alloggi di fortuna, tra tempeste di neve e condizioni climatiche in generale difficili da sostenere con temperature che raggiungono i -10°, sperando nel supporto della popolazione locale o nell’aiuto delle numerose organizzazioni della società civile che operano nel territorio.

Il nuovo campo è stato costruito grazie a un ingente supporto dell’Unione Europea (pari al 54% del totale) e di alcuni dei suoi stati membri, come Austria (20,9%) e Germania (19,2%), oltre che l’Italia, seppur in misura minore. Attualmente viene gestito dal Service for Foreigners' Affairs e da IOM – l’International Organization for Migration, con associazioni partner come UNFPA – United Nations Population Fund, DRC – Danish Refugee Council, e la Croce Rossa. L’attuale campo è costituito da container, ognuno dei quali può ospitare fino a 6 persone, per una capacità totale di 1400 posti letto. Di questi, circa 400 sono oggi occupati da Persone in Movimento. Molte di queste persone utilizzano il campo di Lipa come una “base” per potersi organizzare per il game, un luogo dove poter risiedere per qualche tempo prima di ripartire. Il campo di Lipa, e in generale la Bosnia Erzegovina, non sono visti dalle Persone in Movimento come destinazioni finali, come luoghi dove voler restare a lungo. Questo aspetto è strettamente correlato a due aspetti principali. Da una parte, la quasi totale impossibilità di ottenere asilo nel paese – dal 2018 al 2021, di fronte a oltre 2000 domande di asilo presentate, sono solo 6 le Persone in Movimento che hanno ottenuto lo status di rifugiato. Dall’altra parte, occorre considerare l’instabilità prima di tutto economica che interessa il paese e la conseguente incapacità di accogliere e integrare la popolazione migrante nella vita lavorativa. Inoltre, la popolazione bosniaca, e ancor di più quella dei cantoni maggiormente interessati dai fenomeni migratori, ha sviluppato negli ultimi anni un sentimento di distacco, se non addirittura di disprezzo, nei confronti della popolazione migrante. Spesso, le Persone in Movimento non vengono accettate nei negozi, nei ristoranti e nei luoghi pubblici della città di Bihac, la più vicina appunto dal campo. Arrivare in città a piedi, infatti, comporta un viaggio a piedi di oltre sei ore, in alternativa al pagamento di una somma di denaro assolutamente eccessiva ai pochi taxisti che accettano di portare le Persone in Movimento in città illegalmente. La decisione di posizionare il campo così lontano dalla città risponde alla volontà di allontanare le Persone in Movimento dagli occhi della popolazione locale; questa distanza non aiuta a conoscere il territorio, la sua popolazione, a partecipare ad occasioni sociali e potersi integrare nella vita della comunità locale. Questa esclusione non fa che rendere più difficile da sostenere la vita delle Persone in Movimento, che già si trovano a dover affrontare un momento particolarmente difficile della loro vita. All’interno di questo quadro, si inseriscono le attività di IPSIA al Social Café, che cercano di offrire occasioni di socialità, in cui potersi distaccare dalla monotonia e dalla pesantezza della propria quotidianità per avere dei momenti di leggerezza e divertimento.

 1 Tutte le informazioni e i dati sono prese dal dossier di Rivolti ai Balcani - “Lipa, il campo dove fallisce l’Europa