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BALKAN ROUTE: BOSNIA ERZEGOVINA, A UN PASSO DALLA CATASTROFE UMANITARIA
07
Gen
2021

BALKAN ROUTE: BOSNIA ERZEGOVINA, A UN PASSO DALLA CATASTROFE UMANITARIA

In questo momento la situazione delle persone a Lipa è prioritaria e IPSIA ha deciso di prolungare e rilanciare la campagna di raccolta fondi fino al 28 febbraio 2021.

Così come riportato anche nelle cronache dell'ultimo periodo le notizie che provengono dalla Bosnia Erzegovina non sono per niente buone.

IPSIA che opera nel Cantone di Una Sana ha visto prima la chiusura del campo Bira da parte delle autorità locali il 30 settembre 2020 e il trasferimento forzato di circa 600 persone nel campo di tende di Lipa, saturando la struttura e creando una tensione con l'IOM (International Organization for Migration) che gestisce i campi su mandato dell'UE e fornendo supporto al Ministero di sicurezza bosniaco (responsabile delle migrazioni).

Nonostante le ripetute richieste da parte di IOM sin dal momento dell'installazione del campo di emergenza (creato durante il periodo primaverile per far fronte all'emergenza Corona virus e offrire riparo a centinaia di persone che si trovavano fuori dai campi in quel periodo) lo Stato bosniaco non ha mai provveduto all'allaccio elettrico e idrico necessari a rendere questo campo utilizzabile anche nel periodo invernale.

Con i primi freddi e dopo uno scambio importante di missive tra Bruxelles, Sarajevo e Bihać, IOM ha deciso di lasciare il campo e si è ritirato il 23 dicembre. Durante la fase di disallestimento le tende dormitorio sono state incendiate, lasciando scheletri arrugginiti di brandine e tensostrutture ad essere l'unico riparo per le quasi 1500 persone rimaste al Lipa.

In quella giornata infatti i migranti hanno provato a spostarsi, chi andando verso Bihać, chi andando verso Sarajevo dove i campi anche sono super affollati o al game. Circa 500 di loro sono riusciti a raggiungere Bihac o Sarajevo, ma almeno 900 sono da allora intrappolati nell'altopiano, senza che sia stata presa una decisione sul loro destino.

Nella città di Bihać, il centro di accoglienza temporanea Bira è ancora in perfetto stato di funzionamento, ma la popolazione locale, il sindaco della città e il premier cantonale si rifiutano di scendere a patti con Sarajevo e l'UE che più volte ufficialmente hanno richiesto la riapertura temporanea del Bira intanto che il campo di Lipa non venga ricostruito.

La tensione è estrema, i migranti dal 01.01.2021 fino al 05.01.2021 hanno portato uno sciopero della fame e non hanno accettato il cibo che ogni giorno viene portato su dalla Croce Rossa di Bihać, come segno di protesta. Si rifiutano inoltre di andare a dormire nelle tende che sono state montate dall'esercito bosniaco dopo che la decisione da parte del ministero di sicurezza bosniaco di spostare tutti nella caserma di Bradina in Erzegovina è fallita, viste le proteste locali che si sono generate.

Nonostante le visite il 03.01 a Lipa e a Bihać del Ministro della sicurezza nell'ennesimo tentativo di trovare una mediazione con il governo locale, non si è ancora trovata alcuna mediazione e sembra che ciò che resta del campo di Lipa resterà in funzione, tenendo le persone in condizioni estreme ancora per lungo tempo.

Inutile dire in che condizioni vivono da giorni le persone, costrette a muoversi nel fango o sotto la neve, senza luce, acqua e gabinetti e senza riparo, vittime di giochi politici e discriminazione.

IPSIA da anni collabora con la Croce Rossa locale che nonostante tutte le avversità e i giochi politici che vengono fatti sulla pelle delle persone, porta il proprio aiuto e supporto ai migranti sin dall'aprile 2018 quando l'emergenza migratoria ha impattato Bihać.

Per questo chiediamo ai nostri partner, in questo momento di confusione, di aiutarci ad aiutare la Croce Rossa nel loro instancabile lavoro: tutti i giorni il personale il personale della Croce Rossa si reca al campo di Lipa, consegnando i lunch packet e offrono sostegno medico e distribuiscono guardaroba, sacchi a pelo e coperte a chi ne ha bisogno (oltre che continuare la preparazione dei pasti per i migranti dei Sedra e del Borici).

Molto probabilmente nel prossimo periodo la Croce Rossa beneficerà di nuovo supporto da parte della propria sede centrale, anche grazie a uno stanziamento di fondi del governo italiano, ma sino ad allora affermiamo con certezza che il bisogno è estremo ed immediato.

In questo momento la situazione a Lipa è prioritaria e IPSIA ha deciso di prolungare e rilanciare la campagna di raccolta fondi fino al 28 febbraio 2021.

La campagna Balkan Route iniziata l’11 dicembre 2020 ad oggi, con il sostegno di più di 250 donatori, ha raccolto quasi 20.000 euro. Nata con l’intento di sostenere le attività del Social Corner all’interno dei centri di transito Bira e Borići, vista la drammatica situazione che non accenna a diminuire, si pone un nuovo obiettivo e il denaro raccolto finora e che verrà raccolto fino a tale data verrà destinato a sostegno delle attività della Croce Rossa a Lipa e alle iniziative che verranno messe in atto una volta finita l’emergenza, in particolare i fondi supporteranno:
- acquisto di cibo per 900 persone fornito dalla Croce rosse di Bihać
- acquisto di legna da ardere per riscaldarsi e cucinare
- acquisto di materiale per primo soccorso per curare le ferite e le ustioni (disinfettante, garze, bende, pomate)
- acquisto di kit igienici 

Grazie a tutti coloro che hanno espresso il loro sostegno fino ad ora e a tutti quelli che vorranno entrare a far parte della squadra donando un contributo https://sostieni.ipsia-acli.it/crowd/balkan-route/

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